Nella giornata internazionale della lotta contro la violenza sulle donne sembra doveroso parlare di Revenge Porn, una forma di violenza che alcune donne subiscono.
Cosa è il Revenge Porn?
Si intende per Revenge Porn, o Revenge Pornography, la condivisione pubblica di materiale privato (foto o video) senza il consenso dei protagonisti. In Italia esiste una legge che tutela dal Revenge Porn, che è un vero e proprio reato, e si chiama Codice Rosso, introdotta dalla parlamentare Federica Zanella. Grazie a questa legge, chi diffonde immagini intime di terzi può subire una pena di reclusione da uno a sei anni, oltre a una sanzione che oscilla dai 5000 euro fino ad arrivare a 15000 euro.
Purtroppo, sono diventati veicolo di diffusione di materiale pornografico molte chat su Telegram, il social network che mantiene l’anonimato e in cui molti uomini condividono immagini delle ex compagne, a volte anche di minorenni, sconfinando in un altro reato, la pedopornografia.
Il caso della maestra d’asilo a Torino licenziata dopo un episodio di Revenge Porn
Recentemente è balzata alla cronaca la storia di una maestra di asilo poco più che ventenne, che è stata licenziata dopo che il suo ex fidanzato aveva diffuso le immagini di lei in atteggiamenti intimi. La vicenda è accaduta in provincia di Torino. L’uomo ha condiviso immagini intime della ragazza sulla chat del calcetto. Uno dei componenti del gruppo è il padre di un bimbo che frequenta proprio l’asilo dove lavora la maestra, e che ha riferito tutto alla moglie. Quest’ultima, oltre a diffondere le immagini nella chat delle mamme, ha chiamato anche la maestra minacciandola, dicendole che se avesse denunciato il suo ex ragazzo, amico della donna, lei lo avrebbe riferito alla direttrice dell’asilo.
La maestra si rifiuta di acconsentire a questa minaccia ed è fermamente convinta di proseguire per vie legali. La moglie non perde occasione per riferirlo alla preside, la quale prende la decisione di licenziarla.
Ora nel registro degli indagati ci sono anche due mamme e la preside che hanno diffamato la giovane maestra d’asilo. Un episodio assurdo che è l’ennesima prova di quanto la società sia terribilmente patriarcale. Donne che accusano altre donne, senza contare il fatto che nessuno in questa vicenda si preoccupa di difendere la vittima che si è ritrovata le sue immagini sulle chat della scuola e del calcetto dell’ex fidanzato senza il suo consenso.
In difesa della giovane donna sono arrivate oltre 500 giornaliste che l’hanno ringraziata per aver denunciato, ma non solo. A prendere le parti della ragazza sono intervenuti la sindaca di Torino, Chiara Appendino, e l’ex calciatore della Juventus, Claudio Marchisio.
Guendalina Tavassi vittima di Revenge Porn
La maestra d’asilo, purtroppo, non è l’unica persona che recentemente è stata vittima di Revenge Porn. L’ex concorrente del Grande Fratello, Guendalina Tavassi, ha subito il furto da parte di alcuni hacker, che le hanno sottratto i video che la ritraggono in atteggiamenti intimi insieme al marito Umberto.
L’ennesimo caso in cui si è violata la privacy di una persona. C’è chi parla di goliardia, chi di semplice ironia. In realtà, il Revenge Porn è un reato che svilisce la vittima, isolandola e rendendola oggetto di derisione e, per questo, colpevole di essere esclusa dalla società, proprio come è accaduto alla maestra dell’asilo nel torinese.
Si dovrebbe, invece, cercare di empatizzare con la vittima che non ha nessuna colpa, la quale ha subito un vero e proprio abuso. Si devono rifiutare categoricamente questi stereotipi di una società maschilista e patriarcale che mettono per l’ennesima volta alla gogna una donna cercando di rovinare la sua reputazione. È arrivato il momento di dire basta a ogni forma di violenza di genere.