Allo scadere dell’attuale Dpcm, potrebbe essere modificata la suddivisione in fasce colorate delle regioni con l’introduzione di una nuova “zona bianca” o verde.
Il 15 gennaio scade l’ultimo decreto ed il Governo è già al lavoro per determinare le nuove misure destinate a contenere la diffusione del Covid-19 sul territorio nazionale. Potrebbe essere confermata la suddivisione del territorio per fasce di rischio, quindi zona rossa, arancione e gialla, ma si ipotizza anche l’introduzione di un nuovo colore: una zona bianca (o verde) destinata alle aree con gli indicatori più positivi.
La nuova proposta di una quarta zona di colore bianco, o verde, potrebbe essere formalizzata nel prossimo Dpcm atteso nei giorni a ridosso del 15 gennaio.
La proposta di Dario Franceschini: una zona bianca per le zone con indicatori migliori
L’ipotesi della zona bianca è stata avanzata dal ministro della Cultura Dario Franceschini, raccogliendo l’appoggio anche dei capidelgazione di Pd e M5s, nonché del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
La nuova zona bianca, o verde, potrebbe essere istituita nelle aree in cui la circolazione del Covid è ridotta e servirebbe a consentire una progressiva ripresa delle attività rimaste chiuse in zona rossa, arancione e gialla.
Nelle aree, o regioni, inserite in fascia di colore bianco è plausibile una riapertura di musei, cinema, teatri e sale da concerto. Si ipotizza anche la riapertura di palestre e piscine mentre bar e ristoranti potrebbero riprendere a lavorare senza alcuna restrizione oraria.
In zona bianca non ci sarebbero limiti agli spostamenti e sparirebbe il coprifuoco attualmente in vigore nella fascia oraria compresa tra le 22.00 e le 5.00. Resterebbero attive, tuttavia, tutte le regole di base previste per il contenimento come il distanziamento sociale, l’obbligo di mascherina al chiuso e all’aperto e il divieto di assembramento.
Zona bianca: quali sono i requisiti previsti
Potranno rientrare in zona bianca solamente i territori che presentano gli indicatori migliori nonché indici Rt più bassi ed una maggiore disponibilità di unità nelle terapie intensive.
La zona bianca, dunque, servirà a contraddistinguere le regioni, o le zone del Paese, in cui i contagi sono pressoché azzerati e le strutture sanitarie presentano i requisiti necessari per poter fronteggiare l’emergenza coronavirus.
Sono al vaglio le diverse ipotesi per definire i parametri di riferimento per far scattare la zona bianca anche se, come di consueto, la decisione finale spetterà al Comitato tecnico scientifico. Secondo le prime indiscrezioni, per conquistare i privilegi della zona bianca (o verde) sarà necessario non superare i 50 casi di Covid ogni 100mila abitanti all’interno della regione.