Dal 16 gennaio entra in vigore il nuovo Dpcm, che varrà fino al 5 marzo. Resta il coprifuoco dalle 22 alle 5 e si inaspriscono le soglie che designano le zone con diverse restrizioni: con Rt, cioè l’indice di trasmissione del contagio, pari a 1 si va in zona arancione, con Rt a 1,25 si va in zona rossa.
Nuovo Dpcm: la mappa aggiornata delle regioni
Con l’entrata in vigore del recente Dpcm e delle nuove regole, saranno in zona rossa le regioni Lombardia e Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano. In zona arancione restano Calabria, Emilia Romagna e Veneto, a cui si uniscono Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Infine in fascia gialla vi sono la Campania, la Sardegna, la Basilicata, la Toscana, il Molise e la provincia autonoma di Trento. Inoltre è stata introdotta la zona bianca, in cui attualmente nessuna regione può ancora avere accesso.
Novità sui concorsi pubblici nel Dpcm
Una novità del Dpcm riguarda i concorsi pubblici, comunicazione da molti attesa da tempo, soprattutto da chi ha fatto domanda per alcuni concorsi lasciati in sospeso improvvisamente. Le nuove disposizioni danno finalmente il via libera ai concorsi delle Pubbliche amministrazioni dal 15 febbraio, con alcune limitazioni. Potranno infatti partecipare massimo trenta candidati per sessione o sede di prova, nel rispetto delle norme e dei protocolli di sicurezza anti Covid. Resta comunque valida la possibilità per le commissioni di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto. In particolare, per quanto riguarda il concorso per l’insegnamento, sarà perciò presto ristabilito un nuovo calendario per le prove del concorso straordinario per la secondaria di primo e secondo grado, interrotte a novembre, e si darà avvio gradualmente allo svolgimento delle altre procedure concorsuali. Continuerà comunque a essere possibile lo svolgimento delle prove in modalità a distanza e da remoto, come garantisce la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, la quale dichiara che, nonostante la pandemia, cerca di portare avanti quel processo di rinnovamento della Pubblica amministrazione grazie all’inserimento di nuove forze e competenze, alla digitalizzazione e all’introduzione di nuove modalità di lavoro.
“La ripresa dei concorsi pubblici – spiega Dadone – permette allo Stato di rafforzarsi, grazie all’ingresso di nuove forze che saranno decisive per gestire al meglio le risorse che arriveranno con il Recovery fund e sostenere la ripresa del Paese”.
Nuovo Dpcm: cosa cambia per la scuola?
Riguardo il tema tanto discusso del rientro a scuola e del ritorno alla didattica in presenza, con il nuovo Dpcm è stato deciso in via definitiva che le scuole secondarie di secondo grado adottino forme flessibili nell’organizzazione didattica in modo che, a decorrere dal 18 gennaio, almeno il 50% e fino ad un massimo del 75% di studenti possa tornare in classe, escluse le Regioni in cui sono state varate diverse disposizioni. Resta comunque garantita la possibilità di svolgere attività in presenza qualora sia necessario l’uso di laboratori o per garantire l’effettiva inclusione scolastica degli alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali. Nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole dell’infanzia, nelle scuole primarie e secondarie di primo grado la didattica continua a svolgersi integralmente in presenza, con l’utilizzo obbligatorio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie, fatta eccezione per i bambini di età inferiore ai 6 anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. Tuttavia nelle zone rosse la didattica in presenza avverrà solo negli istituti scolastici fino al primo anno della scuola secondaria di primo grado, mentre per il resto le attività didattiche si svolgeranno esclusivamente con modalità a distanza.