Sale nell’Unione europea la preoccupazione per le varianti del Covid-19. Nonostante le frontiere tra i Paesi dell’Unione europea restino aperte, si è deciso di inserire una nuova categoria nella mappa dell’incidenza Covid, una zona rosso scura, per indicare le zone ad alto rischio.
Viaggi all’estero: istituite le zone ad alto rischio
Durante la videoconferenza dei leader dell’Unione europea, convocata dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il principale problema emerso ha riguardato l’allarme delle mutazioni del coronavirus, contro il quale vi è bisogno di un maggiore coordinamento sulle misure da attuare riguardo gli spostamenti. È stata così individuata un’area rosso scura, come ha spiegato la Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Chi partirà da queste zone potrà essere sottoposto al test prima delle partenza e ad una quarantena dopo l’arrivo a destinazione. Tuttavia, nonostante la Presidente della Commissione specifichi che l’Unione europea debba essere considerata una zona epidemiologica unica, su cui intervenire in modo mirato, ogni Stato deciderà di attuare le misure più opportune a propria discrezione.
Viaggi e coronavirus: quali Stati fanno parte della zona rosso scura?
Per evitare l’arrivo della nuova variante di Covid-19, sono state fissate regole ben specifiche per chi arriva dal Brasile. Dal 16 al 31 gennaio 2021 sono, infatti, vietati l’ingresso e il transito nel territorio italiano alle persone che nei quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o transitato in Brasile.
Per quanto riguarda invece i viaggi nel Regno Unito e nell’Irlanda del Nord, in caso di soggiorni o transiti in questi Stati, nei quattordici giorni antecedenti l’ingresso in Italia, questo sarà consentito solamente a coloro che hanno la residenza anagrafica in Italia da data anteriore al 23 dicembre 2020 o che hanno un motivo di assoluta necessità. Inoltre vi è l’obbligo di presentare un documento che certifichi di essere stati sottoposti, nelle 72 ore antecedenti all’ingresso, a un tampone molecolare o antigenico risultato negativo. In alternativa ci si deve sottoporre a un test molecolare o antigenico al momento dell’arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, quando possibile, o entro 48 ore dall’ingresso nel territorio nazionale presso la Asl di riferimento.
Unione europea: le misure da attuare
A raccomandare la necessità di misure restrittive alla libertà di movimento è stata anche l’Agenzia europea per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). A tal proposito la Farnesina, visto l’aggravarsi della situazione epidemiologica e nonostante il fatto che le frontiere interne all’Unione europea siano aperte a beneficio del mercato unico, raccomanda a tutti i connazionali di evitare viaggi all’estero, se non per ragioni strettamente necessarie.
Un’ulteriore misura da attuare sarà quella di un riconoscimento reciproco dei test, compresi quelli rapidi, in tutta l’Unione. Invece l’idea di un certificato vaccinale come documento di viaggio per facilitare gli spostamenti tra Stati, presentata dai Paesi ad alta vocazione turistica come Grecia, Spagna e Malta, e quindi più preoccupati per le proprie economie in vista della stagione estiva, non è stata ancora presa in considerazione dall’Unione europea, perché la decisione deve essere valutata con “estrema prudenza” e non in questa fase, come dichiara il Presidente del Consiglio europeo Michel.