Dopo la caduta del governo di Giuseppe Conte e la scelta, da parte del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di Mario Draghi come presidente del Consiglio, che ha accettato con riserva, sono in molti a chiedersi cosa ne sarà dei bonus che sono stati impiegati dal governo uscente per tentare di arginare la crisi economica che ha fatto seguito alla pandemia da coronavirus.
Il governo Conte, infatti, ha agito con diversi interventi e bonus di cui abbiamo ampiamente parlato, e che andavano ad aiutare le categorie che sono state maggiormente colpite dalla crisi, soprattutto l’ultimo Ristori 5 che era pensato per gli autonomi e le partite IVA.
Ristori 5
La risposta a questa domanda potrebbe trovarsi nella direttiva della presidenza del Consiglio che è stata inviata a ministri, vice ministri e sottosegretari e nella quale vengono indicate le modalità dell’azione del governo.
In questa direttiva possiamo leggere che sono da considerarsi “disbrigo di affari correnti” anche tutti “gli atti urgenti – ivi compresi atti legislativi regolamentari e amministrativi – necessari per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da Covid–19 e ogni relativa conseguenza”.
Secondo la direttiva potrebbe sembrare possibile il varo del Decreto Ristori 5, che ricordiamo, ammonta a 32 miliardi di euro e nel quale sono disposti per gli indennizzi alle partite Iva, autonomi e professionisti, che devono superare il criterio dei codici Ateco per quanto riguarda il calo del fatturato, che ora potrebbe avvenire su base annua e non mensile. La soglia minima prevista per accedere ai ristori dovrebbe essere quella del 33%.
Tra le misure che potrebbero riconfermarsi c’è la cassa Covid e la proroga del blocco dei licenziamenti, con l’intenzione di estendere la Cassa Integrazione fino a 26 settimane per l’assegno ordinario e la cassa in deroga.
Erano previsti fondi anche per la scuola, per le forze dell’ordine e per la Protezione civile oltre che per gli enti territoriali e circa un miliardo al potenziamento del trasporto pubblico locale.
Inoltre, tra gli interventi del governo nel 2020, in particolare il Decreto Agosto, vi era anche il posticipo delle imposte e dei contributi, che venivano rateizzati fino al 2022.
Reddito di cittadinanza
Draghi non si è ancora insediato a Palazzo Chigi e ancora non sappiamo, se mai ci sarà, che tipo di governo riuscirà a creare, è quindi presto per sapere quali saranno le posizioni del governo Draghi sul Reddito di Cittadinanza, possiamo, però, ricordare una sua dichiarazione in merito, risalente al 2020, nella quale sosteneva di ritenere priorità fornire un reddito base a chi perde il lavoro, tuttavia la cosa principale è aiutare le persone a non perdere il lavoro.