Il Comitato tecnico scientifico ha proposto l’apertura dei ristoranti a cena nelle Regioni inserite in zona gialla e a pranzo nelle Regioni inserite in zona arancione. Dopo i primi entusiasmi, però, è arrivata la precisazione: non si tratta di un via libera, in quanto la proposta deve essere approvata dal Governo.
Ecco che cosa potrebbe cambiare dal 15 febbraio.
Ristoranti, verso nuove aperture?
Andare al ristorante in sicurezza è possibile: nel rispetto di tutte le normative contro la diffusione del coronavirus, infatti, è possibile accogliere i clienti sia al pranzo sia alla cena. Di questo ne è convinto il Comitato tecnico scientifico che ha proposto al Governo nuove aperture dal 15 febbraio.
Mentre c’è attesa per la decisione sugli spostamenti tra le Regioni, è ormai quasi sicuro che le piste da sci potranno riaprire in zona gialla dal 15 febbraio. Ma questa data segna anche un’altra importante a possibile novità: la riapertura dei ristoranti a cena in zona gialla e a pranzo in zona arancione.
La possibilità potrebbe anche slittare dopo il 5 marzo, quando sono fissate anche le riaperture di palestre e piscine. Per il momento, però, si tratta soltanto di ipotesi che dovranno essere confermate dal Governo.
Le raccomandazioni del Cts
Non si tratta di un via libera, come ha precisato il Cts, ma di una semplice proposta che dovrà essere confermata o meno dal Governo. Tuttavia, sono seguite una serie di raccomandazioni ai titolari dei ristoranti qualora dovesse essere approvata la proposta di apertura per cena in zona gialla e per pranzo in zona arancione.
Per quanto riguarda il servizio al tavolo c’è la seguente raccomandazione: “relativamente al rischio le diverse tipologie dei pubblici esercizi destinati alla somministrazione di cibi e/o bevande, distinguendo anche fra quelle con disponibilità o meno di tavoli per il consumo (ristoranti Vs bar, enoteche, minimarket)”.
Per il servizio al banco, invece, è necessario “il mantenimento di una distanza interpersonale di almeno un metro con le altre persone” oltre ad adottare “misure idonee ad evitare la formazione di assembramenti di persone in fila alla cassa o in attesa di essere servite al banco”.
Il Cts invita anche a potenziare i sistemi di distanziamento dei tavoli, a verificare il numero massimo di persone che il locale può accogliere, oltre a tenere presente la corretta igienizzazione delle mani e la misurazione della temperatura in ingresso.
Rimane invariato il divieto di far sedere a tavola più di 4 persone, oltre all’obbligo di indossare la mascherina ogni qual volta si lascia il proprio posto e ci si alza da tavola.