Il Senato degli Stati Uniti ha riconosciuto la costituzionalità del processo di impeachment nei confronti dell’ex Presidente Donald Trump, approvando quindi la prosecuzione del procedimento.
Trump e il processo di impeachment: la prima vittoria va ai Democratici
La battaglia nell’aula del Senato per il secondo impeachment nei confronti di Donald Trump è iniziata e segna una prima vittoria per l’accusa: la maggioranza dei senatori ha votato per la costituzionalità del processo, respingendo così la tesi secondo cui il Congresso non può decidere la condanna o meno di un ex Presidente. Il riconoscimento della costituzionalità del processo è avvenuto grazie al voto favorevole di tutti i senatori Democratici (50) e di 6 senatori Repubblicani: Susan Collins, Lisa Murkowski, Mitt Romney, Ben Sasse, Pat Toomey e Bill Cassidy. Tuttavia per condannare Trump servirà il voto favorevole di ben 66 senatori, cosa attualmente non probabile. La vittoria di Trump rafforzerebbe la sua posizione, riuscendo così a garantirsi il controllo del partito e ad inaugurare una sua nuova stagione politica che potrebbe portarlo a correre per le presidenziali del 2024.
La svolta nel processo di impeachment: un video converte i Repubblicani
I Democratici accusano Trump di aver incoraggiato l’attacco al Congresso, compiuto il 6 gennaio scorso da centinaia di suoi sostenitori. A questa incriminazione si sono opposti, invece, quasi tutti i Repubblicani, sostenendo che il Congresso non avrebbe il potere di sanzionare un Presidente che ha già lasciato il proprio incarico. Tuttavia, data la gravità degli atti che si sono verificati lo scorso gennaio, i Democratici considerano necessario il processo, proprio per censurare un certo tipo di comportamento e sanzionare “gravi crimini e misfatti” compiuti da un’importante carica politica. A tal fine il deputato Democratico e avvocato costituzionalista, Jamie Raskin, ha presentato in aula un video, che ha mostrato le drammatiche immagini dell’assalto al Congresso del 6 gennaio, montate dall’accusa insieme alle parole dell’ex Presidente che, nello stesso giorno, nel corso di un comizio, incitava la folla dei sostenitori a marciare sul Campidoglio, per protestare contro i presunti brogli elettorali.
Inoltre Raskin si è scagliato contro la strategia difensiva poco efficace di Trump del “january exception”, cioè l’eccezione di gennaio, portata avanti dagli avvocati difensivi Bruce Castor e David Schoen e considerata dagli stessi Repubblicani poco incisiva e confusionaria. Infatti tutto ruota intorno al problema secondo cui ciò che è successo a gennaio può o non può essere da imputare a Trump perché l’assalto è stato compiuto in un momento di trasferimento di poteri, a gennaio appunto, prima dell’insediamento del nuovo Presidente. A questo si aggiunge il fatto che la Costituzione non prevede un processo di impeachment per un Presidente il cui mandato è già scaduto.
Come procederà il processo di impeachment?
Secondo il Washington Post, il processo dovrebbe durare meno di tre settimane. Durante i primi giorni sarà l’accusa ad esporre la propria tesi, poi toccherà alla difesa. Si andrà avanti per l’intero weekend, dopo che uno dei legali di Trump ha ritirato la richiesta di sospendere i lavori per la celebrazione dello Sabbath. L’importante per tutti è finire il processo più in fretta possibile, per evitare che sia da ostacolo all’attuazione delle priorità dell’agenda politica di Biden. E sembra sarà possibile visto che entrambe le parti non prevedono testimoni, sicuramente non Trump.
Trump: il primo Presidente che ha subito due impeachment
Questo processo sarà per l’ex Presidente Trump il secondo procedimento di impeachment. Infatti già all’inizio del 2020 ha subito la stessa procedura, terminata però con un’assoluzione. Così Trump è diventato il primo Presidente della storia degli Stati Uniti a subire due processi per impeachment. Nel primo processo il Senato, a maggioranza Repubblicana, lo aveva assolto dall’accusa di aver ricattato il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky, allo scopo di ottenere materiale compromettente sull’attuale Presidente, Joe Biden.
Per quanto riguarda questo secondo processo, invece, se Trump dovesse essere condannato, la pena non consisterebbe nella rimozione dall’incarico, come previsto di norma dal processo di impeachment, dato che Trump ha lasciato la carica di Presidente il 20 gennaio, ma in una probabile interdizione dai pubblici uffici. A tal proposito non vi sono però certezze, visto che finora nessun Presidente era mai stato sottoposto a una procedura di impeachment dopo la conclusione del suo mandato. Tuttavia la maggior parte dei costituzionalisti è dell’opinione che l’impeachment, non essendo un procedimento giudiziario ma politico, possa essere aperto anche dopo la fine del mandato di Trump.