Il decreto riaperture fissa le regole in vigore dal 26 aprile al 31 luglio 2021. A partire da lunedì 26 aprile le Regioni che avranno completato l’immunizzazione dei soggetti più fragili e quelle che avranno parametri più soddisfacenti per contagi, ricoveri e terapie intensive, potranno passare alla zona gialla.
Il monitoraggio ISS ha definito quali sono le Regioni che possono passare nella fascia di rischio inferiore, mentre Draghi ha stabilito quali riaperture sono delineate per queste ultime. Il calendario è denso di appuntamenti che si protraggono fino al 1° luglio.
Quali sono le Regioni che tornano in zona gialla dal 26 aprile?
Zona gialla, quali Regioni cambiano colore dal 26 aprile?
Per poter sperare nel passaggio in zona gialla, le Regioni dovranno rispettare alcune condizioni, non fissate, ma che sono state discusse nella riunione a palazzo Chigi.
I requisiti per tornare in zona gialla dal 26 aprile sono due e non prevedono alcun meccanismo automatico:
- l’andamento della campagna vaccinale, ovvero solo i territori che avranno immunizzato i soggetti più a rischio potranno sperare nella riapertura. La priorità è mettere in sicurezza anziani e soggetti fragili, poi si procede con la riapertura;
- andamento dell’epidemia a livello territoriale, ovvero la registrazione di un numero di casi relativamente basso e di un’incidenza ogni 100 mila abitanti contenuta.
Considerando queste due condizioni, e sulla base del monitoraggio ISS, le Regioni che tornano in zona gialla dal 26 aprile sono: Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto, Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Umbria, Marche, Campania, Molise.
Restano in zona arancione, invece, Calabria, Basilicata, Sicilia, a cui si aggiungono anche la Puglia e la Valle d’Aosta (che erano in zona rossa). La Sardegna, infine, rimane in zona rossa.
L’indice Rt a livello nazionale è sceso a 0.81 e ciò consente un allentamento graduale e prudente delle restrizioni.
Cosa riapre dal 26 aprile in zona gialla?
Sulla base di quanto previsto dal decreto riaperture, dal 26 aprile, in zona gialla, riaprono i bar e i ristoranti, che potranno offrire i loro servizi solo all’aperto e fino alle 22, nel rispetto dell’orario di coprifuoco.
Nonostante le accese discussioni, infatti, il coprifuoco è stato confermato dalle ore 22 alle ore 5 del mattino su tutto il territorio nazionale (eccette le eventuali zone bianche). Il 15 maggio, comunque, è prevista una verifica per valutare lo slittamento alle 23 o la cancellazione definitiva.
Dal 26 aprile, inoltre, riaprono anche i cinema e i teatri, che dovranno essere rispettate le linee guida fissate dal Comitato tecnico scientifico, ovvero la capienza massima al 50%, l’obbligo di indossare la mascherina per tutta la durata dello spettacolo, l’igienizzazione degli ambienti e la prenotazione obbligatoria. Si possono accogliere fino a 500 spettatori al chiuso, correttamente distanziati tra loro, e fino a 1.000 persone all’aperto. Ripartono i concerti, ma con il divieto di assegnazione di posti in piedi.
Si potrà anche tornare a spostarsi liberamente tra le Regioni inserite in zona gialla, mentre per cambiare fascia di colore sarà necessario avere il pass verde, ovvero una certificazione che si ottiene in tre modi:
- dopo aver effettuato il vaccino;
- dopo aver passato il Covid ed essere guariti;
- dopo aver effettuato un tampone antigenico o molecolare.
Dal 15 maggio, invece, possono riaprire le piscine all’aperto e gli stabilimenti balneari, con predisposizione di prenotazione, contingentamento degli ingressi e distanziamento tra ombrelloni e lettini.
Dal 1° giugno toccherà alle palestre, agli stadi e ai palazzetti. Riaprono, infine, dal 1° luglio le fiere e i congressi oltre ai parchi di divertimento. Questi ultimi sono sul piede di guerra per il trattamento sfavorevole a loro riservato.