Leggi e riforme cambiano continuamente le modalità con cui i lavoratori possono andare in pensione. Per esempio variano spesso gli anni di contributi minimi con cui accedere al diritto alla pensioni. Il numero di anni, inoltre, varia se si opta per il pensionamento anticipato, di vecchiaia, Quota 100, Opzione donna o per la pensione di categorie speciali.
I requisiti per andare in pensione
La pensione consiste in una rendita, erogata dall’ente previdenziale. Generalmente, i requisiti richiesti per l’accesso sono l’anzianità assicurativa, l’età anagrafica, l’anzianità contributiva ed eventualmente il raggiungimento di un importo minimo dell’assegno di pensione. Inoltre, per le pensioni di invalidità e inabilità, oltre al requisito assicurativo, è richiesto un requisito sanitario ed eventualmente di reddito. Un requisito di reddito è anche considerato per le pensioni ai superstiti.
Andare in pensione con 5 anni di contributi
Gli anni di contributi richiesti variano in base alla tipologia di pensione a cui si ha accesso. Sono sufficienti 5 anni di contributi per la pensione di vecchiaia a 71 anni di età, per coloro che non possiedono contributi precedenti al 1996 o per coloro che hanno optato per il computo presso la gestione Separata. Gli stessi anni di contributi sono sufficienti per ricevere l’assegno ordinario d’invalidità e la pensione d’inabilità al lavoro. 5 anni di contributi è anche il requisito per alcune tipologie di pensione contributiva erogate da determinate casse professionali, come Cassa Forense, la Cassa dei dottori commercialisti, l’ente di previdenza degli psicologi e principalmente le nuove casse private.
Pensione, anni di contributi: 10 anni e 15 anni
Sono necessari, invece, 10 anni di contributi per i lavoratori ciechi alla nascita o divenuti tali prima del versamento del primo contributo all’INPS. In questo caso si ha quindi diritto alla pensione di vecchiaia a 56 anni di età, se uomini, e a 51 anni, se donne. I requisiti anagrafici sono più elevati per determinate categorie di lavoratori non vedenti, come gli autonomi. Le pensioni che richiedono 15 anni di contributi sono invece quelle che interessano i lavoratori che accedono alla pensione di vecchiaia con una delle tre deroghe Amato (D.lgs. 503/1992) o chi opta per il computo presso la gestione Separata (Art. 3 DM 282/1996).
A quali pensioni si ha accesso con 20, 35, 38 e 41 anni di contributi?
Servono 20 anni di contributi per la pensione di vecchiaia ordinaria e anticipata, la pensione di vecchiaia in regime di totalizzazione o di cumulo, la pensione di vecchiaia del personale viaggiante (in caso di perdita del titolo abilitante per inidoneità), le pensioni di vecchiaia del comparto Difesa, sicurezza e soccorso, e dei lavoratori dello spettacolo e sportivi professionisti. Occorrono invece 35 anni di contributi per:
- pensione di anzianità per addetti ai lavori usuranti e ai turni notturni;
- la pensione con Opzione donna;
- alcune pensioni di anzianità del comparto Difesa, sicurezza e soccorso.
Infine sono necessari 38 anni di contributi per la pensione sperimentale Quota 100, che richiede un minimo di 62 anni di età. Tuttavia i requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2021. Altrimenti gli anni di contributi sono 41 per la pensione di anzianità in totalizzazione e la pensione anticipata per lavoratori precoci. In particolare per la pensione anticipata ordinaria sono richiesti almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne.