Un’indagine svolta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), in collaborazione con l’Istituto Mario Negri, l’Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica, l’Università degli Studi di Pavia e l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, sull’abitudine al gioco degli italiani, ci dice che prima delle restrizioni dovute alla pandemia da Covid, la percentuale di giocatori di gioco d’azzardo era del 16,3%, percentuale crollata durante il periodo del lockdown fino ad arrivare al 9,7%.
Secondo la stessa ricerca, la percentuale sarebbe poi aumentata in modo considerevole nel periodo post lockdown, arrivando a quota 18%.
Una simile fluttuazione sembra essersi verificata sia in relazione al gioco online che dal vivo, visto che i numeri relativi al gioco su internet si sono mossi seguendo lo stesso trend e attestandosi su:
- 10% prima del lockdown;
- 8% durante il lockdown;
- 13% dopo il lockdown.
Analizzando questa statistica, prima della fine del lockdown si è avuta l’impressione che il lockdown dovuto alla pandemia avesse abbassato di molto la percentuale di giocatori d’azzardo, con un conseguente effetto benefico anche sulla diminuzione della patologia da gioco d’azzardo.
Tali conclusioni sono però state invalidate dai dati relativi alla fine del primo lockdown italiano (marzo 2020), quando la percentuale di giocatori d’azzardo è subito risalita diventando addirittura più alta di quella del periodo precedente.
Chiusura delle attività
Una delle cause principali ad aver contribuito ad una riduzione nel numero dei giocatori in Italia è stata la chiusura dei centri scommesse fisici, dove in molti si ritrovavano per giocare con video-poker e slot o per scommettere su eventi sportivi.
Anche se un nutrito numero di giocatori usa i casinò online per le proprie partite, esiste una grande percentuale nella comunità dei giocatori d’azzardo italiani che continua a preferire i luoghi fisici (come i centri scommesse) per poter giocare.
A questi, inoltre, vanno aggiunti anche quei giocatori che sono poco o per nulla abili nel giocare in modalità online oppure che abitano in zone del paese che non consentono un accesso alla Rete a banda larga.
A complicare le cose per i giocatori ‘tradizionali’ c’è stata anche la chiusura totale dei quattro casinò italiani: il Casinò di Campione, il Casinò de la Vallée, il Casinò di Sanremo e il Casinò di Venezia.
Queste attività, infatti, sono state chiuse in seguito alla decisione di fermare “le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo e casinò” sempre secondo quanto previsto dal DPCM dell’8 marzo 2020, il primo a regolamentare il settore del gioco.
Il periodo del lockdown
Secondo l’indagine condotta da alcuni dei più autorevoli centri italiani, e contrariamente a quanto ci si sarebbe aspettato, il periodo del lockdown non ha coinciso con un boom del gioco online, visto che anche questo settore ha subìto una contrazione nel periodo delle misure più restrittive.
“Il periodo del primo lockdown ha mostrato una tendenza al ribasso in Italia che non abbiamo notato in altri paesi europei,” ha spiegato l’Head of Gaming di Oddschecker Global Media Giovanni Angioni a IlPrimatoNazionale.it.
“Paesi come la Spagna, la Germania e il Regno Unito hanno visto il numero di giocatori online aumentare in maniera considerevole durante i loro lockdown nazionali. L’Italia, al contrario, ha mostrato che il mercato sembra avere una composizione molto differente con giocatori che non hanno un interesse particolare verso il mondo dell’online.”
“Alcuni trend di ricerca mostrano risultati consistenti in linea con quanto evidenziato dall’ISS,” ha continuato Angioni, illustrando come dati estrapolati da Google Trends dimostrino il fatto che l’industria abbia resistito alla tentazione di riversarsi online subito dopo la chiusura delle sale da gioco.
“Lo stesso trend lo abbiamo riscontrato nella pagina in cui pubblichiamo la lista dei bonus di casinò offerti ai giocatori Italiani. Quel tipo di pagina ha avuto una crescita esponenziale su quasi tutti i siti internazionali del nostro network, ma non su quello italiano.
Per quando riguarda il gioco d’azzardo online, la netta diminuzione sembra essere derivata dal fatto che le persone durante il periodo di lockdown abbiano trascorso più tempo a stretto contatto con i propri familiari (figli, partner, genitori) e quindi abbiano scelto di dedicarne di meno all’attività del gioco.
Questa nuova situazione di vita quotidiana ha fatto sì che tante persone si siano allontanate dal gioco e non abbiano cercato di soddisfare l’assenza delle postazioni fisiche usando siti web. Al contrario, la ricerca dell’ISS suggerisce che abbiano speso più tempo con i propri affetti e conviventi.
La durata del lockdown non sembra esser stata sufficiente, però, a creare delle nuove abitudini e a cambiare in maniera drastica l’outlook del settore in Italia.
Una volta allentate le restrizioni imposte con il lockdown, molte persone sono infatti tornate alla loro vita precedente (scuola, lavoro etc) e il cambiamento di abitudini tra conviventi e familiari ha spinto molti giocatori a ricominciare a giocare.
Aumento post lockdown
Come abbiamo visto precedentemente, una causa dell’aumento dei giocatori dopo il lockdown è stato il ritorno alla parziale normalità della vita quotidiana.
Il poter uscire di casa, poi, ha fatto sì che molti ritornassero a giocare. La chiusura di casinò e sale slot, infatti, non ha frenato la ricrescita del gioco visto che tabaccai e bar hanno potuto ricominciare ad offrire soluzioni di giochi d’azzardo come i video-poker e le slot machine.
C’è anche un altro aspetto da prendere in considerazione per questo aumento post lockdown, ed è quello psicologico.
I giorni di chiusura forzata hanno provocato in alcune persone dei disturbi a livello psicologico oltre a noia e depressione, favorendo in alcuni soggetti maggiormente “a rischio” il ritorno verso l’azzardo come un modo per trascorrere il tempo.
Il problema dei minori
Un altro fattore che desta molta preoccupazione è l’avvicinarsi dei giovani e dei giovanissimi al mondo del gioco d’azzardo online. Anche se per legge bisogna essere maggiorenni per accedere alle piattaforme di gioco, esistono alcuni trucchi che consentono di aggirare quanto disposto dalla normativa sui giochi di abilità a distanza.
Se infatti è possibile usare documenti di familiari/amici maggiorenni per aprire conti sui siti di gioco italiani, non è neppure troppo difficile gestire le transazioni utilizzando carte prepagate e sistemi di portafogli elettronici.
“Il fatto che dei minori possano accedere alle piattaforme di gioco online in Italia è un problema molto serio che vorremmo fosse affrontato in maniera ancora più decisa da parte di tutti gli attori di mercato,” ha concluso Angioni.
“Una possibilità potrebbe essere quella di far tesoro delle esperienze messe insieme dalle società di banche online e affidarsi a sistemi più complessi di verifica dell’identità dei giocatori che vadano oltre l’invio della foto di un documento. Questo consentirebbe molta più trasparenza e tutela dei minori, nonché di chi dovesse trovarsi inserito in liste di persone che non vogliono essere parte del mondo dell’azzardo.”
Secondo una recente statistica, circa il 30% degli adolescenti italiani tra i 14 e i 17 anni si è avvicinato al gioco d’azzardo almeno una volta nella vita.