Un argomento che fa molto discutere del sistema politico italiano è il bicameralismo perfetto. Infatti è in discussione se modificare o meno questo assetto governativo. Ma quali sono i suoi vantaggi e svantaggi?
Bicameralismo semplice e bicameralismo perfetto
Il bicameralismo perfetto si distingue da quello semplice. Infatti quest’ultimo comporta solo la divisione del Parlamento in due camere. Invece, nel caso del bicameralismo perfetto, alle due camere vengono affidate identiche funzioni e compiti. In altre parole nel bicameralismo perfetto il potere legislativo viene esercitato da due camere rappresentative legislative paritarie. Hanno quindi gli stessi compiti e gli stessi poteri, derivanti dalla stessa rilevanza costituzionale.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi del bicameralismo perfetto?
Questa struttura comporta dei vantaggi e degli svantaggi. Infatti il bicameralismo semplice consente di accelerare la fase legislativa ma non rende possibile un’adeguata ponderazione di tutte le parti della legge. Invece, il bicameralismo perfetto ha il vantaggio di permettere una valutazione totale del disegno di legge. Tuttavia la procedura decisiva rallenta di gran lunga il processo legislativo. Ciò crea spesso un immobilismo che non giova alle politiche governative.
Possibile riforma del bicameralismo perfetto
Per cercare di rimediare a questo svantaggio, in Italia, si sta discutendo se modificare questo sistema. È in ipotesi di cambiare la composizione del Senato, in modo da far sì che diventi una camera territoriale. I suoi compiti l’avvicinerebbero ai modelli degli Stati federali. In questo modo si andrebbe a creare una camera regionale che potrebbe occuparsi di tutto ciò che riguarda gli enti locali.
Le differenze tra Camera e Senato
Nonostante in Italia il bicameralismo sia perfetto, esistono varie differenze tra le camere del Parlamento. Innanzitutto varia il numero dei componenti delle camere. I deputati sono 400 mentre i senatori 200. Tra quest’ultimi vi possono essere fino ad un massimo di 5 senatori a vita e senatori di diritto, cioè gli ex Presidenti della Repubblica. I senatori a vita vengono nominati dal Presidente della Repubblica. Vengono scelti i cittadini che hanno conseguito riconoscimenti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.
Inoltre la ripartizione dei voti durante le elezioni politiche per la Camera avviene su base nazionale, mentre per il Senato è su base regionale. Possono eleggere i membri della Camera coloro cha hanno raggiunto la maggiore età, mentre i membri del Senato sono eletti da chi ha compiuto già 25 anni. Infine, possono essere eletti deputati coloro che hanno compiuto 25 anni, mentre possono diventare senatori coloro che hanno compiuto 40 anni.