Il problema dei rifiuti è sempre più rilevante nel mondo e in Europa. Pochi però sanno che gli oggetti elettronici ed elettrici rappresentano il flusso di rifiuti in più rapida crescita nell’Unione Europea. Di questa categoria fanno parte anche gli elettrodomestici. Per ridurre il loro impatto diventa quindi importante la loro riparazione.
Elettrodomestici: il problema di quando diventano rifiuti
Gli elettrodomestici sono da sempre il simbolo della modernità. Tuttavia, quando lavatrici, aspirapolveri, frigoriferi, smartphone e computer diventano rifiuti, costituiscono il più grande ostacolo per i Paesi che cercano di ridurre la propria impronta ecologica. Infatti meno del 40% viene riciclato.
Nello specifico, i grandi elettrodomestici, come le lavatrici e le stufe elettriche, sono tra i rifiuti più raccolti, rappresentando oltre la metà di tutti i rifiuti elettrici ed elettronici. A questi seguono le apparecchiature informatiche e di telecomunicazione, come computer portatili e stampanti, le apparecchiature di consumo, come videocamere e lampade fluorescenti, i pannelli fotovoltaici e i piccoli elettrodomestici, come per esempio l’aspirapolvere e il tostapane.
Oltre ad avere un impatto negativo sull’ambiente, gli elettrodomestici gettati possono anche costituire un pericolo per la salute umana. I rifiuti di dispositivi elettronici ed elettrici contengono materiali potenzialmente nocivi, che inquinano l’ambiente e comportano rischi per la salute delle persone addette al loro riciclo. Per cercare di arginare questa problematica, l’UE ha adottato una normativa volta a impedire l’uso di determinate sostanze chimiche come il piombo.
Riparazione elettrodomestici per aiutare l’ambiente
La principale soluzione alla problematica del crescente numero di rifiuti elettronici è la riparazione. Infatti il Parlamento europeo vuole promuovere una vita più lunga per i prodotti attraverso il loro riutilizzo e riparazione.
Quando in casa un elettrodomestico non funziona è importante quindi rivolgersi a ditte e personale autorizzato, che facciano sì che il proprio elettrodomestico abbia una seconda vita. In questo modo si aiuta l’ambiente, ma anche le proprie tasche.
In ogni città sono presenti dei servizi abilitati a questa mansione. Trovarli è semplice: basta digitare su Google le parole “riparazione frigo Torino, chiamata gratuita” o “servizio notturno di riparazioni lavatrici a Roma” per poter avere a disposizione i nomi delle ditte che operano nella propria zona. A questo punto si dovrà scegliere la soluzione più conveniente, che si adatta maggiormente alle proprie esigenze.
Scegliere elettrodomestici dal minor impatto ambientale
Se purtroppo non è possibile riparare l’elettrodomestico, allora è importante scegliere il sostituto tra i modelli che garantiscano il minor impatto ambientale. La massima efficienza energetica diventa quindi il fattore essenziale quando si considera di acquistare un nuovo elettrodomestico ad impatto zero.
La cosa più importante da controllare è l’etichetta energetica. Questa riporta tutte le informazioni relative alla classe di appartenenza e i dati sui consumi annui. Se prima la classe A+++ era la più alta della categoria e consentiva di risparmiare oltre il 60% di energia, da marzo 2021 il massimo dell’efficienza è garantito dalla classe C (A+++). Infatti, la nuova normativa sull’etichetta continua a prevedere la suddivisione in classi, ma ha modificato le caratteristiche associate ad ogni lettera.
Controllare l’etichetta energetica è importante soprattutto quando si valuta l’acquisto di un elettrodomestico ad alto consumo, come per esempio il forno, il forno a microonde o la lavatrice.
Riguardo l’acquisto di lavatrici o lavastoviglie, quelle di ultima generazione sono spesso dotate di un sistema bi-termico. Hanno un doppio attacco: uno per l’acqua calda e uno per l’acqua fredda. Questo semplice meccanismo consente di effettuare il collegamento diretto agli impianti per la produzione d’acqua calda, realizzata tramite l’energia proveniente da fonti rinnovabili, come quella dei pannelli solari. Inoltre, si risparmia circa il 60% di energia elettrica.