L’estate è arrivata e la prova costume non si può più evitare. Raggiungere il peso forma diventa quindi l’obiettivo immediato di molti, sia uomini che donne. Uno dei metodi più efficaci per arrivare velocemente al traguardo è scegliere di seguire la dieta chetogenica.
Cos’è e come funziona la dieta chetogenica?
La dieta chiamata chetogenica indica un regime alimentare che comporta una riduzione drastica dei carboidrati, incrementando, al contrario, la quantità di proteine e grassi. Ciò fa sì che sia l’organismo stesso a produrre autonomamente il glucosio necessario alla sopravvivenza, aumentando il consumo energetico dei grassi contenuti nel tessuto adiposo. Lo scopo principale di questo sbilanciamento delle proporzioni dei macronutrienti nella dieta, quindi, è costringere l’organismo a utilizzare i grassi come fonte di energia.
Infatti, normalmente, le cellule si servono dei carboidrati per acquisire energia e svolgere le diverse attività. Ma se questi vengono ridotti a un livello sufficientemente basso, esse cominciano a utilizzare i grassi. Si avvia in questo modo un processo chiamato chetosi e la formazione di corpi chetonici, residui metabolici della produzione energetica. I corpi chetonici sintetizzati dal fegato, come acetone, acetoacetato, D-Beta-idrossibutirrato, vengono utilizzati per “nutrire” il cervello. Infatti tutte le cellule possono trarre energia dai grassi, tranne i neuroni del sistema nervoso, che hanno appunto bisogno dei corpi chetonici.
In genere la chetosi si raggiunge dopo un paio di giorni con una assunzione giornaliera di carboidrati pari a circa 20-50 grammi. Queste quantità possono però variare su base individuale. Le caratteristiche essenziali che costituiscono la dieta chetogenica sono quindi:
- basso contenuto di calorie (dieta ipocalorica);
- basso contenuto percentuale e assoluto di carboidrati (dieta low carb);
- alto contenuto percentuale di proteine;
- alto contenuto percentuale di lipidi.
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Quali alimenti si possono mangiare nella dieta chetogenica?
Non esiste un solo tipo di dieta chetogenica. Vengono, infatti, definiti chetogenici tutti gli stili alimentari che forniscono una quantità di calorie, carboidrati e talvolta di proteine inferiore al necessario. Per una corretta dieta chetogenica l’approvvigionamento energetico dell’organismo dovrebbe derivare:
- 10% dai carboidrati;
- 15-25% dalle proteine;
- 70% o più dai grassi.
Perciò gli alimenti che un individuo dovrebbe consumare preferibilmente sono carne, pesce e uova, formaggi, ortaggi, grassi e oli da condimento. Invece i cibi sconsigliati sono cereali, patate, legumi, frutti, bibite, tra cui la birra. Infine si deve evitare anche di mangiare dolci e dessert.
Dieta chetogenica: recensioni ed effetti collaterali
Il successo della dieta chetogenica è legato soprattutto alla sua efficacia nel ridurre il peso, ma è importante sottolineare che non si tratta di un regime semplice da seguire. Assumere anche una piccola quantità di carboidrati induce subito l’organismo a bloccare la chetosi e a utilizzare nuovamente la sua fonte energetica preferita: gli zuccheri.
Inoltre la dieta chetogenica è una strategia alimentare non bilanciata, che quindi necessita di un monitoraggio costante da parte di un medico specialista o un nutrizionista. Infatti, nel lungo periodo, evitare di assumere glucosio e costringere il corpo ad utilizzare gli amminoacidi tende ad affaticare inutilmente il fegato e i reni e rende meno efficienti il sistema nervoso e i muscoli. La dieta chetogenica funziona solo nell’immediato ma sottopone l’organismo ad uno stress continuo e non salutare, perché tende a fornire quasi sempre meno energia del necessario.
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Tuttavia chi ha seguito questa dieta per periodi brevi dichiara di avere una grande energia una volta raggiunto lo stato di chetosi. Ma i sacrifici sono tanti e nei giorni precedenti possono manifestarsi nausea, stitichezza, stanchezza e difficoltà respiratorie.
Si ritiene questo approccio estremamente valido soprattutto in caso di grave obesità o per chi soffre di patologie che non possono essere controllate efficacemente solo con un trattamento farmacologico, ad esempio in caso di epilessia infantile o di forme di diabete di tipo 2.