Pensioni

La Legge di Bilancio 2022 è stata approvata dal Parlamento ed è entrata in vigore dal 1° gennaio. In merito alla riforma delle pensioni ci sono tante novità: cosa cambia nel 2022?

Con Quota 100 ormai alle spalle – la scadenza era fissata al 31 dicembre 2021 – quali sono le alternative per l’uscita anticipata dal lavoro? Arrivata Quota 102, ma per un solo anno. Opzione Donna e Ape Sociale sono state confermate, ma con alcune modifiche sui requisiti di accesso, mentre l’INPGI passa all’INPS.

In questo articolo andremo a scoprire quali sono le nuove finestre di uscita previste dalla riforma delle pensioni e cosa cambia con la Manovra 2022.

Riforma pensioni, arriva Quota 102: come funziona?

Il Governo si è a lungo interrogato su quale fosse l’alternativa migliore in sostituzione a Quota 100 e finalmente ha trovato un accordo anche con i sindacati e le parti sociali. Purtroppo, però, si tratta di una finestra di uscita valida per un solo anno.

Dal 1° gennaio è arrivata Quota 102, una finestra di uscita che resterà in vigore per tutto il 2022. Che cosa prevede?

Mentre Quota 100 permetteva di lasciare il lavoro con un’età anagrafica non inferiore a 62 anni e un’anzianità contributiva non inferiore a 38 anni; Quota 102 prevede uno slittamento dell’età pensionabile a 64 anni, con un’anzianità contributiva pari ad almeno 38 anni. I requisiti di accesso, però, si potranno maturare soltanto nel corso del 2022.

Riforma pensioni: chi può lasciare il lavoro a 62 anni?

Sempre in merito alla riforma delle pensioni, il Governo ha previsto la possibilità di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro (prima della pensione di vecchiaia confermata dai 67 anni), a partire da 62 anni. Non tutti, però, potranno accedere a questa alternativa.

Sono stati stanziati fondi per 200 milioni di euro da impiegare dal 2022 al 2024 per garantire l’uscita anticipata dal lavoro per i lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni.

Entro 60 giorni dall’approvazione della Manovra 2022 verrà approvato un apposito decreto per regolare le modalità di acceso e le richieste.

Opzione Donna e Ape Sociale confermate: i nuovi requisiti

Un’altra novità importante in merito alle pensioni riguarda la proroga di due alternative fondamentali: Opzione Donna per le lavoratrici e Ape Sociale per i lavori gravosi e usuranti.

Opzione Donna è un anticipo pensionistico riservato alle lavoratrici dipendenti e autonome che intendono lasciare il lavoro con qualche anno di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia.

Per il 2022 sono previsti requisiti diversi per accedere a questa finestra di uscita: le donne potranno lasciare il lavoro con 58 anni di età se dipendenti e 59 se autonome e 35 anni di contributi versati. Opzione Donna è un anticipo pensionistico che prevede il taglio del 25-30% sull’assegno mensile.

Ape Sociale è un’alternativa che prevede la pensione anticipata per tutte quelle mansioni considerate “usuranti”, ovvero essere impiegati in un lavoro “tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo” da almeno sette anni negli ultimi dieci, oppure per sei anni negli ultimi sette.

Grazie a questa finestra di uscita è possibile andare in pensione a 63 anni, avendo versato almeno 30 anni di contributi (se invalidi o disoccupati), oppure 36 anni di contributi. L’assegno massimo che si può ottenere con Ape Sociale è pari a 1.500 euro al mese.

Dal 2021, inoltre, sono aumentati i lavori considerati “gravosi e usuranti”.

INPGI passa all’INPS: cosa cambia ora?

L’ultima importante novità che è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2022 è l’assorbimento dell’INPGI nell’INPS.

L’articolo dedicato prevede appunto che “dal 1° luglio 2022, la funzione previdenziale svolta dall’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani ‘Giovanni Amendola’ (INPGI) è trasferita, limitatamente alla gestione sostitutiva, all’Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) che succede nei relativi rapporti attivi e passivi”.

Che cosa cambia in concreto? Tutti i contributi maturati fino al 30 giugno 2022 seguiranno i criteri fissati da INPGI (sistema retributivo), mentre per tutti i contributi maturati a partire dal 1° luglio 2022 è prevista l’applicazione del criterio di calcolo INPS.

Ma attenzione: chi ha versato i primi contributi prima del 1996 vedrà applicato il massimale INPS previsto per i redditi superiori a 100 mila euro.