Cosa significa promuovere il turismo? È una frase che sentiamo pronunciare spesso, soprattutto in ambito istituzionale; ma se ci soffermassimo davvero a riflettere sulla risposta, e non fossimo ovviamente addetti ai lavori, sapremmo esprimere con chiarezza il senso di questa affermazione? Il mondo è infatti talmente ricco di bellezze e destinazioni che ci sembra di conoscerle già, di conoscerle da sempre; ma ci siamo mai chiesti qual è il motivo di questo presunto sapere? Le immagini sulle riviste, gli spot televisivi, i programmi di viaggi che sono stati via via sostituiti con i siti web, i video turistici dei travel blogger e delle agenzie di marketing, le foto degli influencer sui social network. Tutto ciò che prima era accessibile attraverso una guida cartacea, adesso è a portata di click. Ma questo non deve in alcun modo trarre in inganno: la facilità con cui possiamo fruire i questi contenuti è direttamente proporzionale al lavoro che richiede la loro realizzazione.
Cosa è e perché è importante il marketing turistico
Quando guardiamo un video o leggiamo un post, quando visualizziamo una foto perfetta sui social network, tutto può apparirci semplice e rapido: cosa ci vuole, in fondo, per puntare la fotocamera del cellulare e cliccare sul bottone che scatta? Ciò che non risulta visibile ai nostri occhi, però, è il lavoro di preparazione ed editing celato dietro quell’immagine impeccabile. Una lunga e complessa macchina che viene spesso portata avanti da vere e proprie agenzie, specializzate in special modo nel cosiddetto marketing turistico.
Pensiamo a destinazioni come Petra o Sharm el Sheik, luoghi lontani entrati nell’immaginario comune come mete ideali, non soltanto per ciò che hanno effettivamente da offrire, ma anche e soprattutto per l’enorme diffusione mediatica che hanno ricevuto in questi ultimi anni. Stiamo infatti parlando di posti che sono diventati, a tutti gli effetti e per usare un termine tanto caro all’industria del marketing, un vero e proprio “brand”. In che modo? Come si attua una strategia di questo tipo? Innanzitutto partendo dai punti di forza della località che si vuole promuovere: perché una persona dovrebbe essere interessata a visitare proprio quel luogo? Rispondere a questa domanda è, senza dubbio alcuno, il punto da cui partire.
Una volta individuato l’elemento, ma può essere ovviamente anche più di uno, che rende unica la destinazione, bisogna spostare l’attenzione su un altro termine tanto caro all’industria del marketing: il “target”. La domanda successiva da porsi è infatti: a quale tipologia di viaggiatori può interessare questa destinazione? E partendo da qui è fondamentale tracciare un quadro ben preciso dei loro bisogni, delle esigenze, dei benefici a cui vanno incontro scegliendo di visitare proprio quel luogo specifico: se una persona è appassionata di scii, difficilmente si cercherà di indirizzarla verso i Caraibi, ma si proverà ad attirare la sua attenzione verso mete invernali ideali per questo genere di vacanza; viceversa, ad un amante dello snorkeling si forniranno contenuti sui luoghi perfetti per svolgere questo genere di attività, magari in ogni periodo dell’anno.
Insomma, spiegato in questo modo può sembrare tutto così lineare e semplice, ma per promuovere davvero una destinazione turistica occorre applicare una strategia di marketing estremamente complessa, che necessita di interventi professionali e competenti. Far diventare virale un video o una foto può sembrare questione di pochi minuti, ma riuscire a mantenere quella viralità, farla risultare una costante, far entrare quella meta nell’immaginario collettivo è decisamente un lavoro più lungo e complesso, che ha bisogno di pianificazione, strategia ed esecuzione studiati nei minimi dettagli. È necessario valorizzare, creare esigenze, comunicare esperienze ed emozioni, analizzare le motivazioni e, tornando al gergo tecnico, generare “awareness” ed “engagement” sfruttando tutti gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione: dai blog alle e-mail, dai social ai video. Questo è sostanzialmente il modo più efficace per promuovere una destinazione turistica e farla diventare un “brand”.