L’amore per l’abbigliamento usato e vintage sta crescendo tanto da considerare il mercato del second hand il vero futuro della moda. Infatti scegliere di comprare abiti usati porta vantaggi economici e ambientali, senza rinunciare allo stile.
Perché scegliere abiti usati e vintage?
La vendita di vestiti usati era già in crescita nel 2019 ma, durante la pandemia, molte più persone si sono convertite a questo mercato. La compravendita di abiti usati è uno dei metodi migliori per contrastare l’eccessiva produzione del settore della moda. Dato che vi è la tendenza ad acquistare più capi di quelli necessari, si hanno sempre più oggetti inutilizzati. Ma, comprando abbigliamento di seconda mano o vintage, si prolunga la vita di ogni abito e accessorio che non ha ancora raggiunto un livello di usura o di obsolescenza tale da impedirne l’utilizzo.
Inoltre cercare pezzi unici tra i mercatini e negozi dell’usato è diventato comune soprattutto tra i più giovani come modo di distinguersi e sottrarsi all’omologazione prodotta dalla moda.
Ridurre l’impatto ambientale nel settore della moda
Comprare vestiti di seconda mano rappresenta anche una scelta sostenibile. Infatti contribuisce a ridurre l’impatto ambientale dell’industria della moda, uno dei settori più inquinanti. Scegliere abiti usati riduce:
- le emissioni di anidride carbonica;
- il consumo di acqua;
- l’uso di fertilizzanti e pesticidi.
Inoltre diminuiscono anche tutti gli effetti negativi dovuti ai processi di trasformazione, al consumo di energia, alla produzione di rifiuti tossici e alle immissioni nell’ambiente di inquinanti.
Mercato dell’usato e del vintage: le differenze
Occorre fare una distinzione tra abiti vintage e di seconda mano. Infatti un capo per essere considerato vintage deve avere 15-20 anni e fare riferimento a una serie di marchi o tendenze iconiche, come ad esempio i jeans a vita alta degli anni ’80.
I marchi di lusso hanno sempre avuto timore soprattutto del mercato del second hand. Infatti avevano paura che esso potesse distogliere l’attenzione dai nuovi capi. In realtà però i due settori non sembrano essere in competizione. Al contrario, i brand hanno iniziato a sfruttare il trend dell’usato per destinare i loro prodotti a tutti quei clienti che comprano soprattutto indumenti d’occasione.
In più, oltre alla compravendita, esiste un altro metodo di sfruttare capi di alta qualità e manifattura: il noleggio. In questo caso i negozi prestano, garantendo pulizia e professionalità, vestiti e accessori di alta moda per periodi limitati.
Dove si compra l’abbigliamento usato e vintage?
Sono molti i mercatini dedicati ai capi usati e all’antiquariato. I negozi di abbigliamento usato e vintage più conosciuti in Italia sono Humana Vintage, Cavalli e Nastri, Mercatopoli, Angelo Vintage e Bivio Milano. Inoltre sono molte le app di scambio e compravendita.
Uno dei più famosi portali online è Depop, che è sia una piattaforma di vendita sia un social. La versione italiana di Depop dedicata, invece, esclusivamente al vintage è Vintag. A questi si aggiunge la più grande piattaforma online europea dedicata alla moda second hand, Vinted. Questa applicazione gratuita facilita le interazioni tra i membri e le opportunità di vendere e comprare vestiti e accessori pre-loved. La moda offerta è soprattutto quella più recente e commerciale a prezzi medio-bassi.
Invece Lampoo è l‘e-commerce milanese dedicato alla moda di lusso second hand. Il suo obiettivo è estendere il ciclo di vita di capi d’abbigliamento di qualità, preservandone il valore nel tempo e contribuendo a costruire una moda più sostenibile. Il team di Lampoo si occupa di autenticare i capi, di valutarli e di fotografarli.
Infine, per chi ama la moda francese, ci sono Vintage Paris e Resee. Il primo è dedicato a pelletteria, gioielli e accessori, principalmente di marchi francesi. Mentre il secondo ha una selezione di abbigliamento, arredo e oggettistica Art Déco. Altri siti e app dedicati all’abbigliamento usato e vintage sono Vestiaire Collective, Armadio Verde, Green Flea, The RealReal, East Market e Shpock.