Referendum cannabis legale

Sono state raggiunte le firme necessarie per proporre il referendum sulla cannabis legale. La Cassazione ha già validato le oltre 600 mila firme raccolte dai promotori del referendum: Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani.

Si attende ora il parere della Corte Costituzionale, atteso per il 15 febbraio 2022, che potrebbe dare il via libera al voto in primavera.

Ma cosa prevede il referendum sulla cannabis legale e quando si potrebbe andare a votare? Che cosa succede adesso?

Referendum cannabis legale: cosa prevede?

Esultano le associazioni che hanno promosso il referendum sulla cannabis legale: è stato raggiunto l’obiettivo delle 500 mila firme per indire la proposta di referendum. In totale sono state consegnate alla Cassazione oltre 630 mila firme raccolte tramite la piattaforma ufficiale.

Il referendum intende depenalizzare la coltivazione e l’uso personale della cannabis. L’ordine del giorno, infatti, prevede l’inserimento della coltivazione di cannabis senza TCH nel Testo Unico sulle Sostanze Stupefacenti.

Referendum cannabis legale: cosa cambia?

Nel momento in cui si andasse a votare per il referendum sulla cannabis legale – che è un referendum abrogativo – si andrebbero a modificare alcune norme inserite nel Testo Unico sugli stupefacenti.

Il quesito prevede tre cambiamenti fondamentali:

  • l’abolizione del reato di coltivazione della cannabis;
  • la cancellazione delle pene detentive per coloro che la coltivano (ad oggi si prevedono da due a sei anni di reclusione);
  • l’eliminazione della sospensione della patente per chi coltiva la cannabis, ma non per chi la utilizza.

In sostanza, si andrebbe a modificare la normativa inserita nel Testo Unico che disciplina gli stupefacenti e le sostanze psicotrope sia in tema di sanzioni amministrative, sia in tema di condotte.

Da un lato, infatti, verrebbe eliminato il carcere per coloro che coltivano la cannabis, eccetto l’associazione finalizzata al traffico illecito; dall’altro lato, invece, verrebbero cancellate le sanzioni relative alla sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori per i soggetti che coltivano questa sostanza, e non per coloro che invece ne fanno uso.

Votando “Sì” si vanno ad abrogare tutte e tre le norme in blocco; votando “No” si mantengono le condizioni attualmente previste dal Testo Unico sugli stupefacenti.

Referendum cannabis legale: cosa succede adesso?

Per indire un referendum, secondo l’articolo 75 della Costituzione italiana, è necessario raccogliere almeno 500 mila firma di cittadini aventi diritto di voto o la richiesta di 5 Consigli regionali: il referendum sulla cannabis legale ha raccolto e consegnato in Consulta oltre 630 mila firme di cittadini. Che cosa succede adesso?

Le firme dovranno essere validate e si dovrà attendere il parere della Consulta sull’ammissibilità del referendum.

Superato questo primo scoglio, la palla passerà alla Corte Costituzionale che entro il mese di marzo dovrà esprimersi sull’ammissibilità del quesito referendario. La decisione è attesa per il prossimo 15 febbraio 2022.

Il titolo del quesito sottoposto al vaglio della Corte sarà il seguente: “Abrogazione di disposizioni penali e di sanzioni amministrative in materia di coltivazione, produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope”.

Quando entrambe le Corti avranno dato esito positivo, sapremo se si andrà a votare o meno in primavera. La Corte, però, dovrà esprimersi su più quesiti referendari.

Referendum cannabis legale: quando si voterà?

I quesiti al vaglio della Consulta sono attualmente sette: oltre al referendum sulla cannabis legale (che potrebbe chiamare gli italiani al voto in primavera) sono ancora in ballo il referendum sull’eutanasia legale (con 1 milione e 200 mila firme), e i sei referendum sulla giustizia.

Se dovesse ritenersi ammissibile, il referendum potrebbe essere indetto tra il 15 aprile e il 15 giugno 2022. Potranno recarsi al voto tutti i cittadini che hanno compiuto almeno 18 anni.

Il referendum risulterà valido solo qualora abbiano partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto al voto (quorum di validità), e solo nel caso in cui sia stato raggiunto il quorum deliberativo necessario per l’abrogazione.