Welfare aziendale era un termine, fino a qualche anno fa, del tutto sconosciuto nel mondo aziendale italiano. Poi, col tempo, ha iniziato a far parte del linguaggio comune nell’ambito dei diritti dei lavoratori.
Il welfare aziendale corrisponde al benessere dei propri dipendenti, tanto sul lavoro quanto nella vita privata, che deve essere perseguito elargendo nei loro confronti benefit di varia natura.
Soprattutto durante e dopo la pandemia sono stati incrementati alcuni servizi, finalizzati a sostenere le singole necessità dei collaboratori.
Sono stati ad esempio migliorati i servizi negli ambiti sanitari già esistenti, oppure ne sono stati creati di nuovi.
Altre aziende hanno esteso le coperture assicurative ed offerto prestazioni sanitarie a distanza, come controlli medici o psicologici, ancora più richiesti dopo il duro periodo della pandemia e dei relativi lockdown.
Molto è stato fatto per conciliare la vita privata e quella professionale dei dipendenti, che grazie allo smart working possono gestire meglio il tempo a disposizione e distribuirlo equamente tra lavoro e famiglia.
Sono aumentate a dismisura i benefit messi a disposizione dei collaboratori, che possono accedere a bonus, aumenti delle retribuzioni, buoni pasto e buoni shopping.
Proprio i buoni shopping sono tra i benefici maggiormente apprezzati, poiché offrono una serie di benefici tangibili ai fruitori finali.
Si tratta fondamentalmente di buoni acquisto o buoni regalo che i dipendenti possono spendere come ritengono opportuno, tenendo conto delle loro specifiche esigenze.
Chi ad esempio deve percorrere molti chilometri in auto, per raggiungere il posto di lavoro, può optare per i buoni carburante.
Altri invece possono spenderli facendo la spesa al supermercato, senza incidere così sul budget familiare.
Ed ancora i buoni shopping possono tranquillamente essere spesi presso gli e-commerce online.
Sono migliaia i negozi fisici e digitali convenzionati con queste forme di welfare aziendale, quindi l’offerta per i fruitori finali è davvero molto ampia.
La flessibilità è una delle caratteristiche maggiormente apprezzate dei buoni shopping, poiché si adattano alle esigenze di ogni dipendente.
Una persona che ha una famiglia a carico avrà necessità diverse rispetto a chi è single, quindi ognuno può acquistare ciò che desidera.
L’importo dei buoni shopping è inoltre esentasse e non concorre alla formazione del reddito. Questo significa che non viene minimamente intaccato lo stipendio del dipendente, che vede aumentare il suo potere d’acquisto.
Possono sorridere anche le aziende, dal momento che i buoni shopping sono deducibili come costo d’impresa al 100% fino a 258,23 euro all’anno per persona.
Adottare politiche di welfare aziendale significa concorrere al benessere dei dipendenti, dentro e fuori il contesto lavorativo, che risultano quindi più produttivi e fedeli nei confronti dell’azienda.
Recenti studi hanno dimostrato che il tasso di turnover ed assenteismo è molto calato nelle aziende che praticano politiche di welfare aziendale, che tra l’altro attirano i migliori talenti del settore, con un ottimo ritorno d’immagine in termini di brand reputation.