Gli aghi ipodermici sono un dispositivo medico largamente utilizzato in ambito sanitario, servono infatti a svolgere moltissimi compiti diversi. Sono un oggetto comune e largamente utilizzato, che nel tempo ha avuto una notevole evoluzione.
Dalle prime siringhe utilizzate quasi esclusivamente per irrigare con sostanze disinfettanti o decotti ferite e lacerazioni, utilizzate già nell’antichità, per arrivare alle prime siringhe ipodermiche utilizzate a partire dalla seconda metà dell’800. Successivamente sono stati inventati e adottati aghi sottili e quasi indolore, ovvero quelli utilizzati ancora oggi.
Le prime siringhe ipodermiche
Gli aghi ipodermici erano un tempo utilizzati esclusivamente nelle siringhe; solo in tempi moderni sono diventati strumenti medicali a sé stanti, che si sfruttano in diverse pratiche terapeutiche anche senza collegarli direttamente a una siringa.
Le prime vere e proprie siringhe ipodermiche sono state inventate da tale Charles Pravaz e da Alexander Wood, dopo il 1850; i due medici operarono contemporaneamente, ma separatamente, in due differenti nazioni. Si trattava di un cilindro in vetro, cui era collegato un ago cavo, di dimensioni che oggi potremmo dire ragguardevoli, ma abbastanza piccolo da poter forare la pelle senza eccessivo disagio per il paziente.
Questo dispositivo veniva utilizzato per iniettare alcuni farmaci derivati degli oppiacei, come ad esempio la morfina. Solo in seguito Wood capì che l’invenzione poteva essere sfruttata anche in altri ambiti, sia per iniettare e infondere farmaci, sia per effettuare trasfusioni. Le prime siringhe erano utilizzate più volte, dopo averle sterilizzate mediante bollitura; anche l’ago era unico e rimaneva montato sul dispositivo per l’intero periodo di utilizzo.
Dalla siringa tradizionale alle monouso
Il grande passo avanti avvenne con l’introduzione delle siringhe e degli aghi ipodermici monouso, avvenuto a partire dalla seconda metà del 1900, quindi quasi 100 anni dopo la prima comparsa del dispositivo.
Nelle prime siringhe monouso gli aghi ipodermici erano in vetro; solo in seguito, su brevetto depositato da Roehr, furono prodotti anche in plastica. Nel 1956 l’intera siringa monouso divenne in plastica, successivamente prodotta su larga scala a partire dagli anni ’70.
Gli aghi ipodermici delle siringhe monouso diffuse in tale periodo divennero in metallo, cosa che li ha resi più pratici e più resistenti, adatti in diversi ambiti. Le guarnizioni in lattice degli anni ’70 sono poi state sostituite da gommini in polimero sintetico, che evitavano problemi a chi manifestava allergia al lattice.
Oggi gli aghi ipodermici sono presenti sulle siringhe monouso, ma sono disponibili anche per dispositivi a pompa, micro infusioni, esami diagnostici e così via. Le diverse innovazioni sono state possibili anche grazie a materiali di nuova generazione e all’evoluzione tecnologica in ambito medico.
Siringhe di nuova generazione
L’innovazione introdotta a partire dagli anni ’70 si è poi costantemente evoluta; si pensi ad esempio alle micro siringhe adatte alla somministrazione di insulina o agli aghi ipodermici da utilizzare per le fleboclisi.
Negli ultimi anni si è arrivati alla produzione di aghi ipodermici super sottili, in modo che l’inserimento sottocutaneo, intramuscolo o endovenoso risulti il meno impattante possibile sul paziente. La ricerca sta anche provando a produrre siringhe che permettano di iniettare farmaci senza l’utilizzo degli aghi ipodermici, utilizzando la tecnologia intradermica. Sono oggi disponibili alcuni prodotti di questo genere, ma non ancora adatti all’impiego su larga scala.