I Big Data a buon diritto possono essere considerati una delle più importanti evoluzioni che riguardano il mondo digitale. Non rappresentano soltanto una tendenza destinata a passare, ma possono incidere in maniera profonda anche sul modo in cui le aziende decidono di fare business. Basti pensare al fatto che tutte le nostre operazioni di navigazione online non fanno altro che generare molteplici dati, in quantità molto elevata. Quindi possiamo dire che i Big Data sono caratterizzati da alcuni fattori principali, che sono il volume, la varietà e la velocità.
A cosa servono i Big Data
Negli ultimi anni, nonostante la pandemia, il mercato dei Big Data è cresciuto sensibilmente e la decodifica di queste informazioni non è più un’esclusiva delle grandi imprese. A riguardo Aziende come la Central Marketing Intelligence, di cui si parla tanto in questi mesi proprio in riferimento alle analisi di mercato online, dimostrano come attraverso dati di tipo Talk, Task, e Observe si possano ottenere risposte finalmente alla portata delle piccole e medie imprese, colonna portante dell’economia italiana.
I Big Data, insomma, non servono solo per le grandi imprese, ma anche per quelle piccole e medie. E non è questo soltanto un dettaglio da considerare, perché essi, oltre a comportare dei benefici per le imprese, hanno anche un impatto non indifferente sulla società.
Innanzitutto nelle aziende i Big Data possono essere usati per raggiungere differenti obiettivi, anche per ottenere molti benefici a livello economico, ma non solo, visto che appunto, come abbiamo già accennato, hanno una certa influenza anche a livello sociale.
Infatti, da questo punto di vista, per esempio se ci riferiamo ai Big Data Analytics, essi costituiscono un fattore molto competitivo per le aziende. Ma non si tratta soltanto di un unico fattore, in quanto i dati sono al centro di molti progetti delle varie nazioni, anche per quanto riguarda per esempio la possibilità di promuovere iniziative di sviluppo sostenibile e di migliorare la qualità della nostra vita.
Come impostare un progetto di Big Data Analytics
Come fanno notare gli esperti economisti, come Michael E. Porter, i Big Data sono capaci di generare molteplici fattori a livello economico. Ecco perché non bisognerebbe mai esimersi dall’ideare e realizzare un progetto di gestione dei Big Data all’interno dell’ambito aziendale in maniera molto accurata.
È soltanto in questo modo che si possono affrontare differenti sfide legate agli obiettivi di business che vengono perseguiti, che si possono sfruttare al meglio gli strumenti tecnologici che si hanno a disposizione. Inoltre, impostando in maniera dettagliata un processo di Big Data Analytics, si può far leva anche sulle competenze che vanno messe in campo.
Naturalmente i progetti di Analytics possono essere poi classificati in base al livello di maturità e di strutturazione che si ottengono a partire dall’analisi dei dati.
Per quanto riguarda le classi di Analytics più utilizzate nell’analisi dei dati, possiamo fare una distinzione tra differenti tre classi: descriptive analytics, predictive analytics e automated analytics. In un caso o nell’altro siamo alla presenza di progetti davvero fondamentali.
Infatti i descriptive analytics sono degli strumenti che descrivono la situazione attuale e quella passata dei processi aziendali. I predictive analytics effettuano l’analisi dei dati in relazione a delle domande su che cosa potrebbe accadere in futuro, mentre l’ultima categoria che abbiamo nominato, ovvero gli automated analytics, sono degli strumenti in grado di implementare in maniera autonoma l’azione in base al risultato delle analisi.
Tutte queste metodologie che abbiamo nominato si possono fare confluire verso un’unica categoria molto importante, che è quella degli advanced analytics, vere e proprie progettualità avanzate che possono essere davvero importanti, in quanto hanno un impatto significativo sui vari processi aziendali.