Il Governo guidato dalla presidente Giorgia Meloni ha approvato il decreto aiuti quater, che prevede nuovi sconti sulle bollette per famiglie e imprese, con la possibilità di pagare a rate le utenze per queste ultime. Non solo: sono state apportate anche alcune modifiche al Superbonus 110%.
Per quanto riguarda la riforma fiscale e le novità in arrivo sulle pensioni, invece, occorre attendere l’approvazione della prossima Legge di Bilancio 2023, nella quale rientrerà anche la flat tax per le Partite Iva e la flat tax incrementale per dipendenti e autonomi che non rientrano nel regime forfettario.
Ecco quali sono le novità in arrivo per le Partite Iva e i lavoratori dipendenti: come funziona la flat tax incrementale e a chi conviene davvero.
Come sarà la flat tax con il governo Meloni
La proposta presentata dal governo Meloni e anticipata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti prevede un doppio binario: da un lato l’innalzamento delle soglie per l’accesso al regime forfettario per le Partite Iva da 65.000 euro attuali a 85.000 euro; dall’altro lato l’introduzione della flat tax incrementale anche per i lavoratori dipendenti e per gli autonomi che non rientrano nel forfettario.
Così facendo, però, non si andrebbe a sostituire l’attuale riforma Irpef, che prevede l’applicazione di aliquote differenti in base al reddito: i due regimi si affiancherebbero.
Infatti, la flat tax incrementale – come ha spiegato il ministro Giorgetti – andrebbe applicata esclusivamente all’incremento del reddito rispetto alla media degli ultimi tre anni. Che cosa cambia?
Flat tax per le Partite Iva: novità per il regime forfettario
Scendendo più nel dettaglio, l’introduzione della flat tax al 15% per le Partite Iva passa innanzitutto dall’innalzamento della soglia di reddito che permette di accedere al regime forfettario.
Ad oggi il limite reddituale è fissato a 65.000 euro, ma secondo le prime anticipazioni, l’idea del Governo è innalzare tale soglia fino a 85.000 euro.
Flat tax incrementale per i dipendenti: come funziona
A fianco di questa nuova “tassa piatta” per le Partite Iva c’è anche l’idea di introdurre la cosiddetta flat tax incrementale per i dipendenti e gli autonomi che non rientrano nel forfettario. Come funziona?
In questo caso l’aliquota al 15% verrebbe applicata esclusivamente all’incremento del reddito annuale rispetto alla media di quello conseguito negli ultimi tre anni.
Se per esempio nel 2022 si è guadagnato 30.000 euro di reddito, mentre nel 2021, nel 2020 e nel 2019 rispettivamente 28.000 euro, 27.000 euro e 29.000 euro; si andrà a considerare la differenza di reddito con l’importo più basso.
Dunque la tassa piatta al 15% si andrà ad applicare a quei 3.000 euro di differenza, per un totale di 450 euro.