Doha Qatar

Il Mondiale in Qatar è stato, è e continuerà ad essere una delle edizioni più chiacchierate della storia. Tra pochi giorni, al termine degli appuntamenti fissati sul calendario delle gare dei Mondiali, scopriremo chi salirà sul tetto del mondo. Intorno a questa manifestazione si sono sollevate tantissime polemiche, ma oltre a queste ci sono dei numeri economici da record che vanno per forza di cose analizzati. Tra le tante polemiche che sono state sollevate negli ultimi mesi, rientrano anche quelle dei tifosi italiani, che da una parte si considerano anche contenti e soddisfatti di non partecipare. Un esempio pratico sono le dichiarazioni rilasciate dal noto comico e presentatore Fiorello, secondo il quale tutte le nazionali avrebbero fatto bene a non presentarsi all’edizione corrente soprattutto per la questione legata ai diritti umani.

Tuttavia, la verità, piaccia o meno, è che l’evento del Mondiale in Qatar, nonostante le accuse e le polemiche legate soprattutto alle morti sul lavoro durante la costruzione degli stadi, è caratterizzato da affari e numeri che sono assolutamente da record. Secondo quanto riportato dagli studi di Bloomberg, infatti, le entrate sarebbero molto più alte rispetto a quelle che sono state registrate in occasione del Mondiale in Russia disputatosi nel 2018. Per quanto concerne le entrate si parla di circa 5,4 miliardi di dollari. Se parliamo di diritti di trasmissione, la Federazione Internazionale di calcio ha venduto circa 240mila pacchetti di ospitalità e quasi 3 milioni di biglietti per la manifestazione. L’obiettivo prefissato dalla stessa Federazione Internazionale di calcio per il periodo che va dal 2019 al 2022, ovvero 6,4 miliardi di dollari, dovrebbe essere ampiamente superato.

Nello stesso identico periodo, marchi come Adidas e la celebre Coca-Cola porteranno un profitto di circa 1,8 miliardi di dollari. In questo senso, a trovarsi più in difficoltà è lo sponsor legato al produttore di birra Budweiser. Infatti, per Budweiser, che paga circa 75 milioni di dollari ogni quattro anni per legarsi ai Mondiali di calcio, le autorità qatariote hanno ordinato di spostare i tendoni per la vendita delle birre in luoghi meno visibili e accessibili allo stadio. Conoscendo le regole e leggi del Qatar, infatti, una sponsorizzazione troppo visibile di bevande alcoliche come la birra avrebbe potuto spostare gli equilibri del paese, che è soggetto a delle limitazioni proprio per quanto concerne la vendita di alcol.

Questo fattore, tuttavia, potrebbe incrinare i rapporti della Federazione Internazionale di calcio con un socio storico e potente come Budweiser. A sollevare tantissime polemiche sono state anche le dichiarazioni dell’ex membro della nazionale di calcio del Qatar e ambasciatore della manifestazione, Khalid Salman, che ha etichettato l’omosessualità come un vero e proprio danno mentale. L’omosessualità, infatti, è effettivamente illegale nel paese. Tornando alle entrate che derivano dal Mondiale in Qatar, sarà curioso scoprire che impatto avranno sulla condizione economica futura della zona. Infatti, in questo senso, il Qatar sta continuando a stanziare delle risorse per diffondere ancora di più l’influenza nell’intera regione. Nei prossimi anni, l’aspettativa è che vengano investiti circa 17 milioni di dollari per questo fine.