La cultura italiana è spesso considerata marcatamente regionale e tra le tradizioni tipiche di ciascun luogo spiccano i giochi, utilizzati da decenni (quando non da secoli) come passatempo. Questo valeva per le fasce più giovani della popolazione e quelle più anziane, con i dovuti distinguo. Fino a qualche decennio fa, quando il web non aveva ancora preso il sopravvento e il numero di macchine nelle strade cittadine non era tanto elevato quanto oggi, i giochi di strada erano quelli più noti, ancora oggi protagonisti di sagre e rivisitazioni. Nella maggior parte dei casi non richiedevano particolari strumenti, per questo potevano essere praticati da tutti, senza distinzione sociale: è però difficile fare una panoramica storica sulla loro diffusione dal momento che si sono praticati sempre con il passaparola, non esistevano manuali o simili. Alcuni di questi vengono tutt’ora praticati all’interno degli asili o nei numerosi parchi cittadini: spicca senza dubbio nascondino (chiamato in modi diversi a seconda del luogo, ad esempio a Roma era noto come nisconnarella) oppure acchiapparella. Molto frequente in passato e oggi in disuso era battimuro, utilizzato con monetine di scarso valore.
Passando invece in rassegna i giochi più strutturati, sono certamente due i nomi più noti: dama e scacchi. Per entrambi il luogo di nascita non è l’Italia: l’origine della dama si colloca nell’antico Egitto e ancora oggi è considerato tra i giochi da tavolo più popolari. Gli scacchi hanno invece trovato una loro formalizzazione nel corso del quindicesimo secolo in Europa, vale a dire una messa per iscritto del regolamento. La loro nascita risale però a molto tempo prima, presumibilmente già nel settimo secolo.
Spulciando invece i giochi che più spesso vengono associati alla cultura tradizionale italiana, non può essere ignorata la tombola. Nello specifico, il gioco viene spesso legato alla realtà napoletana, dove è qui che si ritiene sia nato. In particolare, l’anno di riferimento è il 1734: tuttavia, è bene fare una precisazione. Quest’anno viene ricordato come quello in cui si ufficializzò il gioco, al fine di poterlo tassare all’interno del Regno, a quel tempo retto da Carlo III di Borbone. Questo lascia presupporre come in realtà il gioco fosse già noto da tempo alle autorità. In ogni caso, la tombola è riuscita a resistere alle trasformazioni del tempo riuscendo a trovare pubblico anche ai tempi di Internet e del gioco in rete anche in diverse varianti. Online sono infatti disponibili diverse versioni di bingo proprio come avviene per i giochi di carte.
Le carte e le regioni d’Italia hanno dato vita ad un sodalizio che prosegue ormai da diversi decenni: quasi ogni realtà italiana, infatti, ha il proprio mazzo tipico. Nella stragrande maggioranza dei casi, a variare sono solo i modi in cui vengono raffigurati i semi sulle carte e, in alcuni frangenti, la loro dimensione. Il mazzo più conosciuto è certamente quello napoletano, che viene spesso considerato come il mazzo italiano per eccellenza, proprio in virtù della sua notorietà. I giochi praticati sono spesso i medesimi in tutta Italia, anche se ciascuna regione può aggiungere dettagli in più o elaborare delle varianti. I più noti sono briscola e scopa, inclusa la sua variante chiamata scopone.