Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale al momento non sembra avere paletti entro cui muoversi, ma gli stessi ricercatori non hanno ben chiare le effettive potenzialità di questa ricerca. È soprattutto in Europa che si pone grande attenzione su questo tema, elaborando una vera e propria etica dell’Intelligenza Artificiale, al fine di limitarne l’utilizzo da parte delle aziende. Fino a non troppo tempo fa i panni dell’AI erano indossati solo da robot umanoidi che, nell’industria cinematografica, tramavano contro la specie umana. Oggi non più, o meglio, non solo: se il filone fantascientifico continua ad essere florido, tanto nel cinema quanto nella letteratura o nei videogiochi, l’intelligenza artificiale non è più solo questo ma è parte integrante della vita di tutti. Lo è attraverso lo smartphone ad esempio, uno strumento utilizzato da almeno 4.3 miliardi di persone, vale a dire più del 50% della popolazione mondiale. Va però precisato che non si tratta di una novità in senso assoluto: l’AI è stato progressivamente sdoganato per alcuni specifici casi. L’esempio principale riguarda la fotocamera, ma anche la possibilità di ritoccare gli scatti. Senza dimenticare gli assistenti vocali, il cui funzionamento è basato sull’Intelligenza Artificiale.
Quest’ultima, in realtà, viene comunemente usata anche nella creazione dei giochi, ma anche in questo caso la differenza è nell’uso specifico e non nella volontà di una sua massiccia distribuzione. Nel caso dei videogiochi più recenti, l’AI è spesso l’elemento cruciale per la creazione di mappe di gioco sempre più dettagliate, che rappresentano il vero fiore all’occhiello dei titoli targati open world. Si ha però l’utilizzo dell’AI anche nei casi di simulazione di partite: ciò vale nel calcio, quando si sfida il computer, ma anche nelle corse automobilistiche o nei picchiaduro in cui lo scontro non avviene con un altro giocatore. L’AI è stata utilizzata anche per giochi ancor più tradizionali come gli scacchi, ma anche nelle partite a poker o briscola in cui il computer va a simulare le mani (e le giocate) di altri partecipanti inventati. La trasposizione in digitale di questi passatempi è utile senza dubbio alla loro diffusione, abbattendo così barriere linguistiche o regionali tra i giocatori: si comprende come si gioca al bingo o il valore delle carte nel sette e mezzo senza muoversi dalla propria casa.
Ora però il passaggio ulteriore è quello di rendere sempre più massivo questo utilizzo, con l’idea di andare ad incrementare le funzionalità dello smartphone e rendere l’AI un partner anche nelle attività lavorative di tutti i giorni, non solo nei momenti di svago. Un esempio lampante in tal senso è dato da Samsung, che ha lavorato al Live Translate Call. Di base, funziona come un normale traduttore, disponibile già da svariati anni sul web. Il passaggio ulteriore, in questo caso, è l’immediatezza perché sarà possibile sostenere telefonate in due lingue differenti. La traduzione audio e testo sarà infatti sullo schermo per entrambi, consentendo uno scambio di informazioni pressoché immediato. L’azienda coreana ha dimostrato di credere fermamente in questo sviluppo e ha dichiarato come gli esperti dell’hi-tech e i ricercatori accademici lavorino in sinergia per la realizzazione di un prodotto in grado non solo di svolgere le funzioni richieste ma di farlo nel rispetto dell’etica.