Il settore vinicolo ha un ruolo fondamentale nell’economia, anche per il fatto che rappresenta una delle industrie più antiche e consolidate. Oltre ad essere una fonte significativa di entrate per molti paesi, il vino è profondamente legato alle tradizioni culturali e gastronomiche di diverse aree del mondo. Questo settore favorisce l’occupazione e rende possibile anche il turismo enogastronomico, perché attira visitatori che da tutto il mondo vogliono scoprire i territori di produzione e le caratteristiche di ogni etichetta.
La domanda internazionale e i mercati in crescita
Dal Chianti al Barolo, fino ai vini bianchi del Nord e ai grandi rossi del Sud, l’Italia è considerata un punto di riferimento per la qualità e la varietà delle sue produzioni vinicole. Mercati come quello statunitense, tedesco e britannico restano tra i più rilevanti per le esportazioni ma – come si può notare scorrendo tra le news sull’export del mondo vinicolo su Winemeridian, famosa rivista online del settore – si registrano crescite anche in nuovi mercati emergenti come quelli asiatici. Questa domanda crescente testimonia l’apprezzamento globale per i vini italiani, che rappresentano una parte importante del patrimonio culturale e gastronomico del nostro paese, oltre a costituire un indotto economico rilevante.
Gli ultimi aggiornamenti forniti da SACE indicano che alcuni vini rossi e i rosé stanno trainando l’export dei vini italiani, con un 40% delle esportazioni complessive. Nonostante questi dati, nel 2023 si è avuta una diminuzione delle vendite, che sono calate del 5,5%, ma che comunque hanno permesso di raggiungere un valore di 3,1 miliardi di euro.
Gli spumanti continuano a crescere in maniera forte, visto che costituiscono circa il 30% delle esportazioni, con un valore che ha superato i 2,2 miliardi di euro. I vini bianchi si attestano su un valore di 1,7 miliardi di euro, mentre i frizzanti sono protagonisti di un incremento del 7,5% rispetto all’anno precedente.
In riferimento alle regioni italiane, secondo il report di SACE, leader nell’export dei vini si conferma il Veneto, che contribuisce al 36,3% delle vendite internazionali. Il ruolo di Piemonte e Toscana è molto importante, anche se con quote inferiori. Seguono altre regioni del nostro paese, come il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e la Lombardia. Percentuali di export più basse caratterizzano, invece, Sicilia, Puglia, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia, con valori intorno al 2-3%.
I principali esportatori di vino nel mondo
In generale, il mercato dell’export vinicolo è dominato dalla Francia, dalla Spagna e dall’Italia. La Francia copre più del 30% delle esportazioni mondiali. Al secondo posto c’è l’Italia, che contribuisce con un 20,9%, mentre la Spagna chiude il podio con un 8,1%. Altri Paesi, come l’Australia, il Cile e la Nuova Zelanda, hanno delle quote di mercato che vanno dal 3% al 5%, numeri che dimostrano la loro presenza rilevante nel settore del vino internazionale.
I mercati principali del vino italiano
Il principale mercato di destinazione per i vini italiani è costituito dagli Stati Uniti, con un export del 22,6% e un valore corrispondente a 1,8 miliardi di euro, nonostante si sia registrato, rispetto al 2022, un calo del 5,3%. Al secondo posto c’è la Germania, che ha visto un aumento del 2,7%, raggiungendo 1,2 miliardi di euro. Segue il Regno Unito, con un’esportazione del valore di 843 milioni di euro e una crescita del 4%.
Le previsioni di crescita
Le proiezioni per il futuro indicano una crescita annua media dell’esportazione di vini italiani del 2,9% nei prossimi tre anni, con un valore complessivo che dovrebbe superare gli 8,5 miliardi di euro entro il 2026. Ci saranno incrementi importanti in mercati come Cina e Giappone, grazie anche ad una crescente domanda dei vini del nostro paese.
Inoltre, dovrebbero continuare ad esserci degli aumenti moderati nei consumi per quanto riguarda Regno Unito e Stati Uniti, mentre Germania e Svizzera dovrebbero mantenere stabili i loro volumi.
L’espansione delle esportazioni, secondo Bain & Company, dovrebbe essere trainata soprattutto dal Prosecco, che risponde ad una domanda sempre maggiore di vini freschi e leggeri. Anche i vini bianchi potranno beneficiare di questo trend, mentre i rossi più strutturati potrebbero vedere una lieve contrazione, ad eccezione di alcune etichette della Toscana e del Piemonte, che dovrebbero mantenere vendite molto forti soprattutto negli Stati Uniti e in Scandinavia.