In Malawi sono state sospese, oggi, le leggi contro le relazioni tra coppie dello stesso sesso e la polizia ha ricevuto l’ordine di non arrestare i gay o perseguire le condotte omosessuali, fino a quando il Parlamento avrà discusso la questione e deciso se abrogare o meno la normativa vigente.
L’omosessualità è, infatti, vietata nell’ex colonia britannica – come lo è in altri 36 Stati africani – e comporta una pena massima di 14 anni per gli uomini e 5 anni per le donne; ma il ministro della Giustizia Ralph Kasambara ha dichiarato di volere aprire un dibattito sulla questione, prima che il Parlamento decida se mantenere o meno le leggi attuali.
“Se continuiamo ad arrestare e perseguire le persone in base alle leggi suddette e poi tali leggi dovessero risultare incostituzionali, sarebbe una vergogna per il Governo”, ha dichiarato all’agenzia Reuters.
Uno dei leader più influenti del Malawi, Chief Kaomba, ha invitato il Governo a non lasciare che il Parlamento modifichi le leggi in materia di omosessualità, perché “contro la cultura” del paese.
Nel 2010, due uomini furono arrestati con l’accusa di indecenza pubblica dopo aver celebrato una cerimonia simbolica, diventando la prima coppia gay sposata del paese africano.
La notizia fece il giro del mondo, ricevendo la condanna della comunità internazionale; alcuni leader occidentali minacciarono di tagliare gli aiuti ai paesi del continente che non avessero riconosciuto i diritti dei gay.
L’allora presidente Bingu wa Mutharika – morto per arresto cardiaco all’inizio di quest’anno – dichiarò di aver perdonato entrambi gli uomini da un punto di vista “umano”, malgrado avessero “commesso un crimine contro la cultura, la religione e le leggi” del Malawi.
Di ben altro tenore la posizione del suo successore, la presidente Joyce Banda, che poco dopo il suo insediamento affermò di voler cancellare il divieto di omosessualità: “Alcune leggi che sono state approvate dalla Camera devono essere abrogate con urgenza, incluse le disposizioni in materia di pratiche indecenti e atti contro natura.”
Le autorità sperano che la sospensione della legislazione anti-gay incoraggi il dibattito pubblico e aiuti il Parlamento a prendere una decisione in merito.
Amnesty International ha accolto con favore l’annuncio di quello che, per un paese conservatore come il Malawi, è uno “storico passo in avanti”.