L’emergenza coronavirus nel mondo, e in Italia, non si placa e ciò che preoccupa di più sono i dati sulle terapie intensive.
Per evitare un nuovo lockdown generale, come quello vissuto la scorsa primavera, il governo continua a varare misure restrittive al fine di contenere il contagio tra la popolazione. Ma, dati alla mano, la situazione nel nostro Paese non sembra migliorare.
Emergenza coronavirus: i dati e le misure di mercoledì 21 ottobre
Dopo gli ultimi dati di ieri, le Regioni che, ancora una volta, registrano il maggior numero di contagi sono la Lombardia e la Campania, seguite a ruota anche dal Piemonte e dal Lazio. Queste quattro regioni sono già corse ai ripari, tra chiusure regionali, didattica a distanza, coprifuoco notturno e stop ai centri commerciali nel fine settimana.
Per vedere gli effetti di queste prime misure bisognerà attendere ancora qualche giorno, ma nel frattempo gli esperti iniziano a fare i primi conti sul numero di posti letto disponibili nelle terapie intensive delle varie regioni.
Emergenza coronavirus: i numeri delle terapie intensive
Prima dello scoppio della pandemia di coronavirus, l’Italia poteva contare 5.179 posti letto. Per far fronte all’emergenza, il Decreto Rilancio del governo ne ha previsti altri 3.553 ma, molti di questi, non sono ancora pronti.
Nelle scorse settimane, monitorando l’andamento dei contagi nel nostro Paese, sono state individuate alcune regioni a rischio per la tenuta delle terapie intensive, in particolare Lombardia e Liguria.
Contando poi il rapporto tra posti letto in terapia intensiva per 100 mila abitanti, si può notare come in Italia questo sia di 10,6 ma ci sono alcune regioni dove le cifre sono ben più basse (7,3 in Campania e 7,9 in Umbria).
La situazione nazionale ad oggi, rispetto alla scorsa primavera, è più rassicurante se si pensa che il tasso di saturazione è di circa il 13%, ma non per questo bisogna abbassare la guardia, soprattutto in Campania dove al momento si è raggiunta una percentuale del 20%.
Attualmente i pazienti malati di Covid in terapia intensiva sono 926, ma solo una settimana fa erano poco più di 500. La situazione, quindi, è da tenere sotto controllo perché, anche se il sistema sanitario italiano al momento continua a reggere, ci sono diversi ospedali che risultano in affanno.