Alcuni pensionati hanno ricevuto delle lettere dall’Inps nelle quali venivano richiesti 29.000 euro a persona per la restituzione delle pensioni. Cosa sta accadendo? Come è meglio procedere in questi casi?
Inps, restituzione delle pensioni: 29.000 euro a persona
Non sono bastati i tagli alle pensioni d’oro e nemmeno il blocco delle rivalutazioni: i pensionati hanno subito un altro colpo. Infatti, moltissimi italiani hanno ricevuto una lettera dall’Inps che invitava alla restituzione di 29.000 euro a persona per pensioni versate in modo errato.
Chiaramente chiunque riceva un assegno mensile un po’ più elevato, di certo non si chiede se vi sia stato un errore, ma magari investe quel denaro per i propri figli o per qualche sfizio in più.
Ma il calcoli mal fatti portano l’ente previdenziale al recupero del credito erogato e alla definizione di un piano di restituzione da accettare entro 30 giorni dall’invio della missiva. Si parla, però, di importi da capogiro: Il Giornale rivela che mensilmente si dovrebbero restituire dai 1.100 euro fino ai 29.000 euro a persona.
In un periodo di crisi come quello attuale, ritrovarsi a dover restituire cifre del genere è chiaramente un peso insostenibile.
L’Inps può richiedere la restituzione del denaro erogato?
L’avvocato Celeste Collovati dello studio Dirittissimo – segnalato da Il Giornale – si sta occupando di diversi casi di simil tipo. “Queste sviste possono essere di diversa natura”, ha spiegato. Potrebbero riguardare “un importo versato dall’Inps superiore a quanto dovuto nel rateo della pensione, errore nell’erogazione della pensione di reversibilità del marito defunto, errori nell’erogazione di una prestazione assistenziale quale l’invalidità”.
Ma a fronte di questi errori clamorosi, l’Inps può davvero chiedere la restituzione del denaro? “La procedura per il recupero è regolata dall’articolo 52 Legge 88/1989 e dall’articolo 13 Legge 412/1991”, ha spiegato l’avvocato. Tuttavia, “anche la Cassazione è intervenuta nel merito con un verdetto del 2017: l’ente erogatore, l’Inps, può rettificare in ogni momento le pensioni per via di errori di qualsiasi natura, ma non può recuperare le somme già corrisposte, a meno che l’indebita prestazione sia dipesa dal dolo dell’interessato”.
Ciò significa che il recupero del credito non è possibile nemmeno a fronte di un errore dell’Istituto previdenziale. Ma spesso i pensionati – presi dal panico dopo la ricezione delle lettere – versano tutte le somme dovute.
Cosa fare nel caso di ricezione della lettera?
Molti si chiedono come bisogna procedere nel momento in cui viene ricevuta questa lettera dall’Inps. Sarebbe il caso di restituire il denaro oppure è meglio fare ricorso contro l’ente previdenziale?
Se un anziano ha sempre provveduto a comunicare all’Inps la propria dichiarazione dei redditi, indicando eventuali variazioni delle somme ricevute, è possibile impugnare la richiesta attraverso un ricorso amministrativo e dunque annullarla.